Chianti Riserva

D.O.C.G.

VITIGNI: 90% Sangiovese, 10% Canaiolo

VINIFICAZIONE: Fermentazione con macerazione di 10-15 giorni e controllo della temperatura a 28-30°C.

AFFINAMENTO: Barrique di Allier, Nevers e Vosges e botte di rovere. Dopo un’elevazione di 12-14 mesi in barrique, la maturazione prosegue in botti di rovere da 30-60 Hl per ulteriori 6-8 mesi. Conservazione in serbatoi di acciaio inox fino all’imbottigliamento.

AFFINAMENTO IN BOTTIGLIA: minimo 12 mesi.

NOTE DI DEGUSTAZIONE: Bel colore rosso bordeaux. Bouquet complesso con note di amarena, frutti di bosco e viola mammola, accompagnate da decisi richiami di vaniglia. Ottima consistenza e rotondità con retrogusto gradevolmente tannico.

ABBINAMENTI: Pici al ragù, pappardelle ai funghi porcini, carne alla griglia, trippa e lampredotto alla fiorentina, cacciagione in umido.

750ml - 1500ml

La tradizione vinicola Toscana

Villa Torrigiani è un monumento storico nazionale e vanta una storia antichissima.

Si trova a San Martino alla Palma, sulle colline di Firenze dove, da oltre mille anni, si coltivano vigneti e oliveti; la località fu luogo di passaggio dei crociati di ritorno dalla Terra Santa che percorrevano la via Francigena: il luogo infatti prende il nome da “San Martino”, protettore dell’agricoltura, e dalla “Palma” (di ulivo), simbolo che i crociati riportavano come prova del loro viaggio.

A metà del 1400, in piena epoca rinascimentale, la famiglia dei Marchesi Torrigiani, banchieri e vinattieri, acquistò i terreni che si estendono da Casellina fino a San Martino alla Palma, fondando così la Fattoria Torrigiani.

I Marchesi affidarono al rinomato architetto fiorentino Michelozzo il progettò della maestosa Villa che venne costruita fra il 1470 e il 1495. Villa Torrigiani, arricchita da numerose gallerie affrescate da maestri pittori fiorentini, si erge al centro della proprietà agricola, con una splendida vista sulla vallata di Firenze e sulla cupola del Duomo.

Sin dal 1400, l’azienda agricola fu organizzata in 22 poderi gestiti da famiglie di coloni, molte delle quali hanno ancora discendenti che abitano a San Martino alla Palma. L’azienda agricola si organizzò in modo da divenire un’unità produttiva autonoma indipendente da Firenze e riuscì a sfuggire all’epidemia della peste nera del 1600.

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