Chianti
D.O.C.G.
VITIGNI: 90% Sangiovese, 10% Canaiolo
VINIFICAZIONE: Fermentazione con macerazione di 10-15 giorni e controllo della temperatura a 26-28°C.
AFFINAMENTO: Lieve passaggio in botte di legno da 30/60 Hl per 3 mesi. Conservazione in serbatoi di acciaio inox prima dell’imbottigliamento.
AFFINAMENTO IN BOTTIGLIA: 3 mesi.
NOTE DI DEGUSTAZIONE: Colore rosso rubino vivace. Il profumo è molto gradevole e persistente con immediati richiami al frutto: ciliegia ed amarena le analogie più evidenti. Al palato è asciutto e leggermente tannico, ma con il tempo si affina risultando morbido e vellutato. Pulito il finale con retrogusto armonico e piacevole.
ABBINAMENTI: Pici e tagliatelle al sugo, ribollita e zuppe toscane, carni arrosto, crostini e salumi toscani.
750ml
VINIFICAZIONE: Fermentazione con macerazione di 10-15 giorni e controllo della temperatura a 26-28°C.
AFFINAMENTO: Lieve passaggio in botte di legno da 30/60 Hl per 3 mesi. Conservazione in serbatoi di acciaio inox prima dell’imbottigliamento.
AFFINAMENTO IN BOTTIGLIA: 3 mesi.
NOTE DI DEGUSTAZIONE: Colore rosso rubino vivace. Il profumo è molto gradevole e persistente con immediati richiami al frutto: ciliegia ed amarena le analogie più evidenti. Al palato è asciutto e leggermente tannico, ma con il tempo si affina risultando morbido e vellutato. Pulito il finale con retrogusto armonico e piacevole.
ABBINAMENTI: Pici e tagliatelle al sugo, ribollita e zuppe toscane, carni arrosto, crostini e salumi toscani.
750ml
La tradizione vinicola Toscana
Villa Torrigiani è un monumento storico nazionale e vanta una storia antichissima.
Si trova a San Martino alla Palma, sulle colline di Firenze dove, da oltre mille anni, si coltivano vigneti e oliveti; la località fu luogo di passaggio dei crociati di ritorno dalla Terra Santa che percorrevano la via Francigena: il luogo infatti prende il nome da “San Martino”, protettore dell’agricoltura, e dalla “Palma” (di ulivo), simbolo che i crociati riportavano come prova del loro viaggio.
A metà del 1400, in piena epoca rinascimentale, la famiglia dei Marchesi Torrigiani, banchieri e vinattieri, acquistò i terreni che si estendono da Casellina fino a San Martino alla Palma, fondando così la Fattoria Torrigiani.
I Marchesi affidarono al rinomato architetto fiorentino Michelozzo il progettò della maestosa Villa che venne costruita fra il 1470 e il 1495. Villa Torrigiani, arricchita da numerose gallerie affrescate da maestri pittori fiorentini, si erge al centro della proprietà agricola, con una splendida vista sulla vallata di Firenze e sulla cupola del Duomo.
Sin dal 1400, l’azienda agricola fu organizzata in 22 poderi gestiti da famiglie di coloni, molte delle quali hanno ancora discendenti che abitano a San Martino alla Palma. L’azienda agricola si organizzò in modo da divenire un’unità produttiva autonoma indipendente da Firenze e riuscì a sfuggire all’epidemia della peste nera del 1600.
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Si trova a San Martino alla Palma, sulle colline di Firenze dove, da oltre mille anni, si coltivano vigneti e oliveti; la località fu luogo di passaggio dei crociati di ritorno dalla Terra Santa che percorrevano la via Francigena: il luogo infatti prende il nome da “San Martino”, protettore dell’agricoltura, e dalla “Palma” (di ulivo), simbolo che i crociati riportavano come prova del loro viaggio.
A metà del 1400, in piena epoca rinascimentale, la famiglia dei Marchesi Torrigiani, banchieri e vinattieri, acquistò i terreni che si estendono da Casellina fino a San Martino alla Palma, fondando così la Fattoria Torrigiani.
I Marchesi affidarono al rinomato architetto fiorentino Michelozzo il progettò della maestosa Villa che venne costruita fra il 1470 e il 1495. Villa Torrigiani, arricchita da numerose gallerie affrescate da maestri pittori fiorentini, si erge al centro della proprietà agricola, con una splendida vista sulla vallata di Firenze e sulla cupola del Duomo.
Sin dal 1400, l’azienda agricola fu organizzata in 22 poderi gestiti da famiglie di coloni, molte delle quali hanno ancora discendenti che abitano a San Martino alla Palma. L’azienda agricola si organizzò in modo da divenire un’unità produttiva autonoma indipendente da Firenze e riuscì a sfuggire all’epidemia della peste nera del 1600.
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