San Martino

Toscana I.G.T.

VITIGNI: 85% Cabernet Sauvignon, 15% Sangiovese

VINIFICAZIONE: Fermentazione con macerazione di 18-20 giorni. Controllo della temperatura di fermentazione a 26-28°C.

AFFINAMENTO: Barrique di Allier, Nevers e Vosges e botte di rovere. Dopo un’elevazione di 12 mesi in barrique la maturazione prosegue in botti di rovere da 30 Hl per altri 10-12 mesi. Conservazione in serbatoi di acciaio inox fino all’imbottigliamento.

AFFINAMENTO IN BOTTIGLIA: minimo 12 mesi.

NOTE DI DEGUSTAZIONE: Colore rosso rubino intenso. Al profumo colpisce subito la complessità degli aromi che vanno dai frutti selvatici al chiodo di garofano, addolciti dalla vaniglia e le note di legno. Al palato è pieno, corposo, gradevolmente tannico.

ABBINAMENTI: Carne alla griglia, agnello al forno con patate, faraona ed ossobuco in umido, cinghiale in dolce e forte.

750ml

La tradizione vinicola Toscana

Villa Torrigiani è un monumento storico nazionale e vanta una storia antichissima.

Si trova a San Martino alla Palma, sulle colline di Firenze dove, da oltre mille anni, si coltivano vigneti e oliveti; la località fu luogo di passaggio dei crociati di ritorno dalla Terra Santa che percorrevano la via Francigena: il luogo infatti prende il nome da “San Martino”, protettore dell’agricoltura, e dalla “Palma” (di ulivo), simbolo che i crociati riportavano come prova del loro viaggio.

A metà del 1400, in piena epoca rinascimentale, la famiglia dei Marchesi Torrigiani, banchieri e vinattieri, acquistò i terreni che si estendono da Casellina fino a San Martino alla Palma, fondando così la Fattoria Torrigiani.

I Marchesi affidarono al rinomato architetto fiorentino Michelozzo il progettò della maestosa Villa che venne costruita fra il 1470 e il 1495. Villa Torrigiani, arricchita da numerose gallerie affrescate da maestri pittori fiorentini, si erge al centro della proprietà agricola, con una splendida vista sulla vallata di Firenze e sulla cupola del Duomo.

Sin dal 1400, l’azienda agricola fu organizzata in 22 poderi gestiti da famiglie di coloni, molte delle quali hanno ancora discendenti che abitano a San Martino alla Palma. L’azienda agricola si organizzò in modo da divenire un’unità produttiva autonoma indipendente da Firenze e riuscì a sfuggire all’epidemia della peste nera del 1600.

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